La casa natale di Giulio Raimondo Mazzarino fu identificata a fine Ottocento grazie a Monsignor Luigi Colantoni, che vi appose una lapide per onorare la memoria dell’illustre conterraneo. La palazzina andò completamente distrutta durante il devastante sisma del 1915, a eccezione della piccola loggetta esterna rimasta miracolosamente intatta.
Negli anni Settanta, in seguito all’appello del giornalista abruzzese Giuseppe Buccella, l’ingegnere italo-francese Gervaso Rancilio si impegnò a restituire dignità alla dimora di «colui che possedeva le redini di Francia e il cuore di Anna d’Austria». Grazie a una straordinaria mobilitazione internazionale, che coinvolse personalità francesi di rilievo, come Madeleine Laurain-Portemer, direttrice della prestigiosa Bibliothèque Mazarine, Maurice Schumann, ministro dell’Economia, e lo stesso presidente, Valéry Giscard d’Estaing, furono raccolti i fondi necessari per la ricostruzione della struttura.
Nel 1972, il luogo in cui nacque il Cardinale tornò a vivere, trasformato in un Museo dedicato alla sua memoria. Venticinque anni più tardi, nel 1997, fu istituito il Centro Studi Giulio Raimondo Mazzarino, a testimonianza di un’eredità politica e culturale senza tempo.